Fleischmann, Luigi

data di nascita 17 aprile 1928
madre Mandl, Giuseppina
padre Fleischmann, Giulio
luogo di nascita Fiume
luogo di residenza Navelli
commissione Abruzzo
organizzazioni e/o formazioni partigiane Brigata Gran Sasso, Banda Navelli
qualifica RICOMPART riconosciuta Patriota
Attività dopo l'8 settembre 1943 Resistenza partigiana
area d'azione L'Aquila
regione di attività Abruzzo
abstract Luigi Fleischmann era un sedicenne nato a Fiume e bilingue, in grado di parlare sia italiano che tedesco. La sua famiglia, proveniente dai dintorni di Vienna, si era stabilita a Fiume dove il padre Giulio lavorava per la comunità ebraica come insegnante di religione e cantore della Sinagoga Ashkenazita. La cittadinanza italiana, ottenuta dopo 11 anni di residenza in Italia, gli fu revocata a seguito delle leggi razziali. Giulio Fleischmann fu quindi internato come ebreo straniero, dapprima nel campo di Ferramonti di Tarsia in Calabria, e poi come "internato libero" a Navelli, in provincia dell'Aquila in Abruzzo, dove fu raggiunto dalla moglie e dai due figli, Luigi e Livio. Dopo la caduta di Mussolini, il governo Badoglio ordinò a liberazione di tutti gli internati. La famiglia Fleischmann, assieme alle famiglie Degen e Billig, non sapendo dove andare e sperando nell'arrivo degli Alleati, rimase sul posto. Luigi faceva parte di un gruppetto di studenti universitari ed ex militari tornati a casa loro, che si riunivano per ascoltare Radio Londra e discutere di politica. Il gruppo era capeggiato dallo studente di chimica Aurelio Alterio. Il 9 ottobre 1943 ci fu la prima azione, consistente nel prendere un piccolo arsenale di armi sepolto in un cortile da militari italiani in fuga. Le armi furono portate al sicuro in una grotta impervia e ripulite. Il 14 ottobre 1943 Luigi venne arruolato dal comando tedesco di Navelli per fungere da interprete, con soddisfazione del gruppo di partigiani che in tal modo veniva costantemente informato delle mosse del nemico. L'8 dicembre i partigiani di Navelli effettuarono la loro prima azione armata, non del tutto riuscita. Per paura di rappresaglie sulla popolazione locale, le azioni si limitarono in seguito solo a sabotaggi alle linee telefoniche e a nascondere e proteggere numerosi militari, ex prigionieri appartenenti agli eserciti alleati che vagavano tra le montagne e le gole dell'Abruzzo. Il 24 dicembre 1943, si presentò a Navelli il funzionario della questura dell'Aquila, Mario De Nardis, avvertendo che sarebbe venuto a prelevare le famiglie ebraiche del luogo, con il chiaro intento di avvertirle e permettere loro la fuga. I capofamiglia tentarono le ricerche nelle frazioni vicine per trovare un posto dove ricoverarsi, ma invano. La neve era ormai caduta abbondante, il traffico di mezzi e di uomini paralizzato. Le donne si recarono all'Aquila a parlare di nuovo con De Nardis, il quale le invitò a fuggire: con varie scuse, tra cui la neve, aveva ritardato la sua visita a Navelli, ma aveva l'ordine di portarli tutti al campo di Fossoli. Il 24 febbraio 1944 De Nardis giunse nel paese per arrestarli, ma, di nuovo, fece fuggire gli ebrei del luogo che si sparpagliano nei paesi vicini. I Fleischmann si rifugiano a Bominaco. Nel frattempo la banda di Navelli prese contatto con la banda del vicino paese di Caporciano, guidata da Ubaldo Nafissi, detto Il Perugino, come capo, e da Antonio Conte come vice. I rapporti tra le due bande erano quotidiani e coordinati. Il 7 marzo 1944 Luigi Fleischmann fu arruolato ufficialmente nella seconda compagnia della Brigata Gran Sasso. Era portaordini e percorreva, nel fango e malamente vestito, chilometri di strada a piedi per collegare tra loro, e con i soldati alleati, le numerose piccole bande del luogo. La zona pullulava di soldati: inglesi, russi, slavi, fuggiti dalla prigionia che avevano vagato per mesi sui monti soffrendo la fame e il freddo. Nell'aprile del 1944 i tedeschi, in vista dell'avanzata alleata, fortificarono la zona di Navelli e di Civitaretenga, usando come operai inizialmente soldati italiani, che però continuavano ad evadere, e in seguito i contadini del luogo. Navelli e i villaggi vicini si trovarono proprio sulla linea del fuoco tra tedeschi e inglesi, e il ragazzo partecipò a vere e proprie azioni di guerriglia. Il 21 maggio 1944 ci fu una battaglia tra una banda di partigiani e i tedeschi. I partigiani persero la battaglia, dovettero disperdersi e, rapidamente, cambiare luogo. Luigi fuggì assieme al capo per le montagne. Camminarono nella notte per 12 chilometri, fino a raggiungere la base di un'altra banda partigiana, con sede a San Pio delle Camere e capeggiata dal capitano Giovanni Aloisio. Furono liberati dagli inglesi il 21 giugno 1944. Dopo la guerra Luigi Fleischmann frequentò il liceo classico della Comunità ebraica di Milano, quindi si trasferì In Israele dove visse nel kibbutz Kfar Warburg, da trattorista, fino alla sua morte. Sulla propria vicenda, nel dopoguerra, Luigi Fleischmann scrisse un diario, affidato alla cura dello scrittore Claudio Facchinelli che lo pubblicò con l'editrice Giuntina nel 1999 poco dopo la morte del suo autore.
fonti archivistiche e banche dati
Archivio Fondazione CDEC, Fondo censimenti, b. 1, fasc. 10
Portale web I partigiani d'Italia a cura di Ministero della Cultura, di ICAR e di altri enti. Schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza Luigi Fleischmann
Sito web: Anna Pizzuti, Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico
bibliografia Claudio Facchinelli (a cura di), Luigi Fleischmann, Un ragazzo ebreo nelle retrovie, Giuntina, Firenze 1999
Klaus Voigt, Profughi e immigrati ebrei nella resistenza italiana, in La Rassegna Mensile di Israel, gennaio-agosto 2008, vol.74, no.1-2, pp.242-243
Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, Donzelli, Roma 2014, p.315
Fabrizio Nocera, Le bande partigiane lungo la Linea Gustav. Abruzzo e Molise nelle carte del Ricompart, Rinnovamento, Torino 2021, pp.207-214
Francesco Folino, Ferramonti. Un lager di Mussolini. Gli internati durante la guerra, Brenner, Cosenza 1985