Federman, Max

data di nascita 21 febbraio 1923
padre Salom Federman
luogo di nascita Francoforte
luogo di residenza Nonantola
commissione Marche
organizzazioni e/o formazioni partigiane Brigate Garibaldi, Divisione Marche, 5a Brigata Pesaro
qualifica RICOMPART riconosciuta Partigiano combattente
Attività dopo l'8 settembre 1943 Resistenza partigiana
area d'azione Pesaro Urbino
regione di attività Marche
abstract Max Federman era uno dei ragazzi di Villa Emma. Al momento dello sgombero della casa a Nonantola e della fuga della maggior parte di essi verso il Nord e la Svizzera, Max scelse di andare, con il suo amico Moshe Szapiro, verso il sud e Ancona. Lì i due si rivolsero alla locale comunità ebraica per avere consigli, e furono indirizzati ad un partigiano ebreo di cui non si conosce il nome [ma che dal contesto potrebbe essere Carlo Coen Giordana] che faceva parte della V Brigata Garibaldi, Pesaro. Federman e Szapiro entrarono così a farne parte. A causa di un vasto rastrellamento tedesco nella zona, la banda però si disperse e Federman perse di vista l'amico. Max tagliò fili dell'elettricità e cavi telefonici, assieme ai suoi compagni, e il 25 marzo 1944 fece saltare in aria il ponte di Cantiano, vicino a Cagli. Durante un attacco fu ferito e aiutato da un albergatore di Cagli, Spartaco Alessandri e dalla madre Mimma, ambedue in seguito riconosciuti Giusti tra le Nazioni. Al momento della liberazione Max si trovava a Gubbio. Dopo la guerra ricevette il certificato Alexander.
fonti archivistiche e banche dati Portale web I partigiani d'Italia a cura di Ministero della Cultura, di ICAR e di altri enti. Schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza Max Federman
bibliografia Israel Gutman, Bracha Rivlin, Liliana Picciotto (a cura di), I Giusti d'Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei 1943-1945, Mondadori, Milano 2006, pp.9-10
Klaus Voigt, Villa Emma. Ragazzi ebrei in fuga 1940-1945, La Nuova Italia, MIlano 2002, p.226