Vito Haim Volterra

Partigiano, di famiglia antifascista e socialista, partecipò alla liberazione del campo di prigionia di Servigliano, dopo la guerra divenne il progettista urbanistico dell’Alta Galilea.

Questa è la storia di Haim Vito Volterra che prese parte attiva alla Resistenza al nazifascismo organizzando azioni sovversive nelle Marche e che comandò un’azione che riuscì a liberare il campo di Servigliano dove erano rinchiusi decine di ebrei destinati alla deportazione.

Haim nacque ad Ancona nel 1921 in una famiglia della piccola borghesia ebraica coinvolta nella vita pubblica della città. I nonni paterni, Cesare e Stella Pangoli, possedevano un negozio di caffè nell’antico ghetto di Ancona, che, negli anni, fu trasformato in una piccola fabbrica di cioccolato Kasher. Il nonno materno invece, originario dell’isola di Creta, fu segretario generale del comune di Ancona e, contemporaneamente, presidente della comunità ebraica locale che contava circa mille persone. Per sua iniziativa il Rabbino Haim Ben Yosef Rosenberg fu chiamato come guida spirituale della comunità e seppure all’inizio non fu ben accolto, finì per essere molto amato e rimase in carica per diversi anni. A partire dall’età di tre anni, Haim frequentò la sua casa e da lui imparò la lingua e la cultura ebraica.
Il padre di Haim, Virgilio Volterra commerciava tessuti ed era dichiaratamente antifascista e di idee socialiste. Anche la nonna Stella aveva il medesimo orientamento politico che per tutta la vita cercò di conciliare con la tradizione ebraica. Quando, nel 1914, venne organizzata ad Ancona la manifestazione detta “settimana rossa”, dopo aver saputo che l’avrebbe capeggiata Benito Mussolini, nonna Stella decise di non parteciparvi.

Haim terminò gli studi liceali due anni in anticipo e tuttavia non poté iscriversi all’università a causa delle leggi antiebraiche e andò dunque a studiare ingegneria a Losanna. Tornava in Italia per le vacanze estive e anche nell’agosto del 1943, nonostante il parere contrario dei genitori che avrebbero preferito che rimanesse in Svizzera, fece ritorno. Rimase bloccato a causa degli avvenimenti politici, la caduta di Mussolini e tutto quanto ne conseguì.

A seguito dell’armistizio e dell’occupazione tedesca, la famiglia Volterra si trasferì a Monte San Martino dove un ex cliente del padre, Quirino Stortini, lasciò loro un’abitazione dove alloggiare. Le due famiglie strinsero amicizia e si accordarono perché gli Stortini avvisassero nel caso in cui in paese fossero arrivati i tedeschi o i fascisti. Il 23 marzo 1944, un gruppo di fascisti e tedeschi si presentò a casa Volterra e fu Haim stesso che andò ad aprire la porta. La famiglia era sprovvista di documenti falsi e quando i soldati chiesero di presentare i documenti, il giovane Haim, impaurito, cominciò a farfugliare che essendo nato nel 1921, non rientrava nell’obbligo alla leva, e riuscì in questo modo a distogliere l’attenzione degli ufficiali dalla lettura del cognome che rivelava la loro identità. Fortunatamente poi, sul documento non era specificato “di razza ebraica”.

Quel giorno i soldati se ne andarono senza porre ulteriori domande e anche in seguito la famiglia fu fortunata e riuscì a sopravvivere indenne alle persecuzioni e alle vicende della Seconda guerra mondiale. Nel frattempo, in quel periodo, Haim prese a frequentare un gruppo di ragazzi che si richiamava agli ideali del Movimento Giustizia e Libertà. Inoltre, grazie ad un corso di polizia scientifica che aveva frequentato a Losanna, il giovane conosceva l’uso delle armi ed era pronto a partecipare alle azioni partigiane. Il gruppo, di cui più avanti Haim prese il comando, era costituito da una ventina di persone, in prevalenza ex soldati, dotati dunque di armi e di qualche esplosivo.

Non lontano da Monte San Martino, a circa 15 chilometri di distanza, in località Servigliano c’era un campo di prigionia che durante la Prima guerra mondiale venne usato per l’internamento di soldati nemici. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il campo fu riesumato per gli ebrei arrestati nella provincia.
Il 7 ottobre 1943 il locale comando tedesco ordinò: «tutti gli ebrei internati e liberi, cittadini italiani e stranieri, comunque residenti o soggiornanti in questa provincia, devono essere al più presto tratti in arresto ed internati nel campo di concentramento di Servigliano». Qualche mese dopo, i gruppi partigiani cominciarono a organizzarsi per intervenire e il 24 marzo 1944 un primo attacco partigiano cercò di liberare il campo, ma gli ebrei internati non fuggirono perché non conoscevano i dintorni e non sapevano se la popolazione circostante li avrebbe accolti e protetti. Poco dopo, Volterra fu informato da un carabiniere che lavorava come guardiano all’ingresso del campo che a inizio maggio gli internati sarebbero stati trasferiti in una località ignota nel centro Europa. Non c’era tempo da perdere. Volterra iniziò a programmare un’irruzione per liberare i prigionieri, sapendo di poter probabilmente contare sull’aiuto delle truppe Alleate che si trovavano non troppo distante. Usando una radio ricetrasmittente, comunicò al comando alleato più vicino che nel campo erano rinchiusi diversi loro soldati fatti prigionieri e che sarebbe stato utile che lo colpissero per permettere la loro fuga. Difatti, il 3 maggio 1943, alle 22.30, gli Alleati bombardarono i recinti di chiusura del campo e con l’aiuto dei carabinieri, d’accordo con i partigiani, il gruppo di Haim Volterra riuscì a far evadere gli internati. Bisognava fare in fretta e mettere in salvo i prigionieri, prima che giungessero rinforzi e tutto fosse reso inutile.
Gli internati, circa un centinaio, si dispersero nelle campagne. Alcuni di loro vennero aiutati dal Comitato di Liberazione Nazionale delle province di Macerata e Ascoli Piceno e una trentina di loro riuscì a salvarsi mentre altrettanti evasi furono ritrovati dalla polizia e riportati al campo. L’indomani, furono trasferiti nel campo di polizia e di transito di Fossoli e deportati poi ad Auschwitz.

Di quei giorni abbiamo una testimonianza diretta di Volterra che, in una nota, scrisse:

«Ricevuta la notizia che gli internati sarebbero stati deportati, si provvide a informare immediatamente il comando di settore. Con altrettanta rapidità la notizia venne radiotrasmessa ai comandi alleati nell’Italia meridionale. Per conseguenza, la sera precedente alla data fissata per la deportazione nei campi di sterminio, alcuni aeroplani alleati spezzonarono in picchiata il muro di cinta del campo di Servigliano, aprendovi una breccia. Una formazione di partigiani si recò immediatamente sul luogo dello spezzonamento, rimosse i rottami dei reticolati e delle murature, allargò la breccia e organizzò febbrilmente la liberazione degli Ebrei internati. Alcuni carabinieri collaborarono con i partigiani; uno di loro, di nome Gino, va menzionato con particolare elogio e riconoscenza. Ma si temeva che altri carabinieri del campo avrebbero tenuto un atteggiamento ostile ed avrebbero ostacolato l’operazione, intervenendo direttamente o chiamando rinforzi. Perciò un altro reparto di partigiani, dopo aver provveduto a tagliare i cavi telefonici e telegrafici, assaltò il corpo di guardia del campo. La liberazione degli internati fu condotta a termine rapidamente. Rimasero nel campo di Servigliano solo pochi, che non vollero credere alla deportazione nei campi di sterminio e temettero di non trovare di che vivere fuori delle mura del campo. Gli Ebrei liberati, vennero presi in cura dai comitati provinciali di liberazione delle due province, Ascoli Piceno e Macerata».

Nel luglio 1944, un altro gruppo partigiano fece nuovamente irruzione nel campo di Servigliano liberando definitivamente gli ultimi internati.

A guerra terminata, Volterra fu incaricato di gestire l’amministrazione del comune di Ancona per qualche giorno e nel giugno 1945 fu nominato assessore comunale dal Comitato di Liberazione Nazionale per le Marche. In seguito, dopo aver lavorato come assistente universitario di geografia urbana presso l’università di Genova e aver collaborato alla rivista di urbanistica di Adriano Olivetti, nel 1951 si trasferì in Israele dove rimase fino alla fine dei suoi giorni e dove incontrò Pnina Schotten che era stata prigioniera nel campo di Servigliano da cui era fuggita grazie ai partigiani.

Tessera ANPI di Vito Volterra, 1947 

La Galilea, 1956

Campo di prigionia di Servigliano

Relazione dei Commissari territoriali Vito Volterra e Agostino Mostarda, 1944 

La città di Haifa, 1950

Questionario CDEC sul contributo di Vito Volterra alla Liberazione

Glossario

Auschwitz

Luogo in Polonia dove sorse il campo di sterminio per gli ebrei di tutta l’Europa occidentale, dotato di impianti sia di assassinio tramite gas velenoso e sia di smaltimento dei cadaveri. Auschwitz fu anche campo di punizione per oppositori politici e per prigionieri di guerra russi del cosiddetto Terzo Reich

Bolzano

Luogo dove sorse il campo di polizia e transito per prigionieri, ivi rinchiusi per punizione, o in attesa di deportazione verso Auschwitz, se ebrei, o verso i campi di concentramento della Germania nazista, se oppositori politici

Brigate Autonome

Formazioni militari della Resistenza organizzate su base non partitica facenti riferimento al cosiddetto Regno del Sud impersonato da Vittorio Emanuele III e dal generale Pietro Badoglio, Primo ministro dopo l’arresto di Mussolini

Brigate Fiamme Verdi

Formazioni militari della Resistenza organizzate su iniziativa del partito della Democrazia Cristiana, particolarmente attive in Lombardia

Brigate Garibaldi

Formazioni militari della Resistenza organizzate su iniziativa del Partito Comunista Italiano facenti riferimento al CLN

Brigate GL (Giustizia e Libertà)

Formazioni militari della Resistenza organizzate su iniziativa del Partito d’Azione facenti riferimento al CLN

Brigate Matteotti

Formazioni militari della Resistenza organizzate su iniziativa del Partito Socialista Italiano facenti riferimento al CLN

Brigate Osoppo

Formazioni militari della Resistenza organizzate su base pluripartitica, con prevalenza del partito della Democrazia Cristiana, particolarmente attive nel Friuli-Venezia Giulia

CLN (Comitato di Liberazione Nazionale)

Organo centrale politico di direzione della Resistenza contro il fascismo e il nazismo costituito dai partiti antifascisti

CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia)

Organo centrale politico della Resistenza contro il fascismo e il nazismo, creato dopo la liberazione di Roma e pertinente solo alle regioni settentrionali d’Italia

CVL (Corpo Volontari della Libertà)

Struttura militare di coordinamento della Resistenza, operativa dal 9 giugno 1944, con sede a Milano e facente riferimento al CLN

DELASEM (Delegazione Assistenza Emigranti)

Organizzazione di assistenza ebraica in favore dei profughi ebrei, creata nel 1939 dall’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane, passata in clandestinità dopo l’8 settembre 1943

FMCR (Fronte Militare Clandestino della Resistenza)

Struttura militare che raccoglieva ufficiali e soldati del regio esercito sbandati dopo l’8 settembre 1943, guidati dal colonnello Giuseppe Cordero di Montezemolo, una delle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944

Fossoli

Luogo nel circondario della città di Carpi dove sorse il campo di polizia e di transito per ebrei destinati ad essere deportati verso Auschwitz. Fu anche il campo per prigionieri politici destinati ad essere deportati nei campi di concentramento della Germania nazista

Fronte della gioventù

Organizzazione giovanile della Resistenza su base interpartitica progettata da Eugenio Curiel, coadiuvato da Gillo Pontecorvo

Gruppi di Difesa della Donna GDD

Formazione interpartitica di donne resistenti, costituita a Milano nel novembre del 1943

Gruppi di combattimento

Unità militari dell’esercito cobelligerante italiano attive al fianco degli Alleati e nate dalla riorganizzazione del regio esercito scompaginato l’8 settembre del 1943

JOINT (Jewish Joint Distribution Committee)

Organizzazione di soccorso ebraica statunitense che inviava fondi nell’Europa occupata dalla Germania nazista per soccorrere ebrei in pericolo

Linea Gotica

Seconda linea fortificata per la difesa delle armate tedesche, che tagliava l’Italia per traverso da Massa Carrara sul mare Tirreno a Rimini sul mare Adriatico. A Nord: i tedeschi, a sud gli Alleati che avanzavano

Linea Gustav

Prima linea fortificata per la difesa delle armate tedesche che tagliava in due l’Italia. La linea andava dal Mar Tirreno al Mar Adriatico iniziando dal confine tra Campania e Lazio fino a Ortona. Fu disposta da Hitler il 4 ottobre 1943

Organizzazione TODT

Ente di costruzione di ponti e trincee che operò dapprima in Germania e, in seguito, in ogni Paese occupato dalla Germania nazista. Todt è il cognome dell’iniziatore dell’ente

OSS (Office of Strategic Services)

Servizi segreti statunitensi operanti nel periodo della seconda guerra mondiale nei territori nemici

PCI

Partito Comunista Italiano facente parte del CLN e, più tardi, anche del CLNAI

PdA

Partito d’Azione facente parte del CLN e, più tardi, anche del CLNAI

PLI

Partito liberale Italiano facente parte del CLN e, più tardi anche del CLNAI

PSI

Partito Socialista Italiano facente parte del CLN e, più tardi anche del CLNAI

Ricompart

Riconoscimento qualifiche per le ricompense ai partigiani, fondo documentario conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato

Risiera di San Sabba

Sorto a Trieste, fu campo di polizia e di transito per ebrei arrestati nell’Italia nord-orientale destinati ad Auschwitz; fu anche campo di prigionia per oppositori politici della Venezia Euganea, della Venezia Giulia e della Slovenia

RSI

Repubblica Sociale Italiana. Stato fantoccio collaborazionista con la Germania nazista, esistito nell’Italia centrosettentrionale dal settembre del 1943 all’aprile del 1945. La sua capitale era Salò sul Lago di Garda, la sua guida era Benito Mussolini

SIM

Servizio Informazioni Militari

SOE

Special Operations Executive (servizi segreti britannici operanti nel periodo della II guerra mondiale)

Zona d’Operazione Litorale Adriatico

Territorio staccato amministrativamente dall’Italia e annesso al cosiddetto Reich tedesco, corrispondente alle province di: Udine, Gorizia, Trieste, Pola e Fiume (oggi Croazia) e di Lubiana (oggi Slovenia)

Zona d’Operazione Prealpi

Territorio staccato amministrativamente dall’Italia e annesso al cosiddetto Reich tedesco, corrispondente alle province di: Trento, Bolzano e Belluno