Volterra, Vito Haim

data di nascita 08 febbraio 1921
madre Costantini, Gina
padre Virgilio Volterra
luogo di nascita Ancona
luogo di residenza Ancona
commissione Marche
organizzazioni e/o formazioni partigiane Divisione Marche, 5a Brigata Spartaco, 87° Settore Adriatico
qualifica RICOMPART riconosciuta Partigiano combattente
Attività dopo l'8 settembre 1943 Resistenza partigiana
area d'azione Macerata
regione di attività Marche
abstract Vito Haim Volterra proveniva da una famiglia di idee socialiste portate avanti dalla nonna paterna e dal padre. Finito il liceo ad Ancona fu costretto ad iscriversi all'università di Losanna, a causa delle vigenti leggi antiebraiche in Italia. Tornava nella sua città, Ancona, solo in estate. Nell'agosto del 1943 , colto dai rivolgimenti politici italiani, rimase bloccato nelle Marche. Con la famiglia si rifugiò a Monte San Martino, in provincia di Macerata, presso una casa che la famiglia di Quirino Stortini, amico del padre, mise loro a disposizione. Volterra simpatizzava politicamente per il movimento Giustizia e Libertà e conosceva l'uso delle armi perché aveva seguito un corso di polizia scientifica a Losanna. Con l'assistenza del patriota Agostino Mostarda, Volterra si mise a capo di una ventina di uomini, in prevalenza ex soldati, che dotati di armi e di qualche esplosivo cominciarono azioni di disturbo antitedesche sulla linea ferroviaria lungo il Mar Adriatico. Non lontano da Monte San Martino vi era il campo di Servigliano, riadattato a campo provinciale per ebrei arrestati. Il 24 marzo 1944 ci fu una prima irruzione da parte dei partigiani, ma gli internati non fuggirono, perché non conoscevano i dintorni e non erano sicuri dell'appoggio della popolazione locale. Poi Volterra venne a sapere che gli internati, ai primi di maggio, sarebbero stati trasferiti "in una località ignota nel centro dell'Europa", indicazione probabile per il campo di Auschwitz. Con una radio ricetrasmittente si mise quindi in contatto con un comando alleato delle vicinanze, dicendo che nel campo erano rinchiusi prigionieri di guerra, e che un loro mitragliamento sarebbe stato utile. Il 3 maggio, alle 22.30, gli uomini di Volterra dopo il richiesto mitragliamento alleato, entrarono nel campo e fecero evadere gli internati. Una trentina di ebrei si salvò, mentre un'altra trentina fu ritrovata nei dintorni dalle guardie e riportata nel campo. Quest'ultimo gruppo, riarrestato il 4 maggio, fu caricato su un autotreno e diretto al campo di transito di Fossoli. Fu poi deportato ad Auschwitz il 16 maggio seguente. Il 29 maggio un nuovo contingente di 60 ebrei fu internato a Servigliano, proveniente da Corropoli. Tra l'8 e il 9 giugno i gappisti della banda Filipponi, comandata da Dario Rossetti, liberarono definitivamente il campo di Servigliano. Dopo la guerra, Volterra fu assessore comunale nominato dal CLN, e poi divenne assistente di geografia urbana all'università di Genova. In seguito emigrò in Israele, dove divenne responsabile per la pianificazione urbanistica dell'Alta Galilea. Morì a Gerusalemme.
fonti archivistiche e banche dati
Archivio Fondazione CDEC, Fondo Memoria della Salvezza, Intervista di Liliana Picciotto a Haim Vito Voltrra, Nazareth 23-4-2008
Archivio Fondazione CDEC, Fondo Antifascisti e partigiani ebrei in Italia 1922-1945, b.20, f.453
Portale web I partigiani d'Italia a cura di Ministero della Cultura, di ICAR e di altri enti. Schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza, http://partigianiditalia.cultura.gov.it/partigiani-rest-api/v1.4/media/MA023_0522_0001.jpg?key=3ad413d15648f6d27a8c2c04e9bb5a80&ip=37.159.117.111
bibliografia Lucien Steinberg, la Révolte des Justes. Les Juifs contre Hitler 1933-1945, Fayard, Paris 1970, pp.131-135
Liliana Picciotto, Salvarsi. Gli ebrei sfuggiti alla Shoah 1943-1945, Einaudi, Torino 2017, pp.361-364
Costantino Di Sante, L'internamento civile nell'Ascolano e il campo di concentramento di Servigliano (1940-1944). Documenti e testimonianze dell'internamento fascista, Istituto provinciale per la storia del Movimento di liberazione nelle Marche, Ascoli Piceno 1998, pp.67-68