La Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea presenta la ricerca sugli ebrei nella Resistenza (1943-1945).
Questo progetto, condotto da Liliana Picciotto dal 2021 al 2025, riprende uno dei primi temi di interesse della Fondazione CDEC che già dal 1955 si adoperò per raccogliere documenti e testimonianze sulla partecipazione ebraica alla Resistenza.
Gli anglo-americani facenti parte del fronte delle Nazioni Unite coalizzate per sconfiggere nazismo e fascismo sbarcano in Sicilia
Benito Mussolini, da 21 anni dittatore dell’Italia, viene defenestrato. Il Re Vittorio Emanuele III riprende il potere e conferisce l’incarico di Primo Ministro al generale Pietro Badoglio, già Capo di Stato Maggiore del regio esercito
Dopo trattative segrete per l’uscita dell’Italia dall’alleanza con la Germania, i nuovi vertici italiani firmano l’armistizio con le Nazioni Unite (gli Alleati) che non saranno più da considerare nemici
L’improvviso annuncio dell’armistizio firmato con l’Italia di Badoglio, da parte americana, getta nel caos l’esercito italiano, non informato e rimasto senza direttive politiche. I militari andranno completamente allo sbando e saranno facile preda delle truppe tedesche presenti in Italia
Gli Alleati operano nuovi sbarchi simultanei a Salerno e a Taranto con l’intenzione di respingere verso il Nord le divisioni tedesche
Subitanea reazione della Germania che aveva già mandato in Italia numerose divisioni e inizio dell’occupazione tedesca dell’Italia
Creazione di un rinnovato regime fascista repubblicano guidato nuovamente da Mussolini, alleato con la Germania nazista. Primo consiglio dei Ministri neofascista e conseguente spostamento della capitale da Roma a Salò sulle rive del Lago di Garda
A Napoli, la popolazione per 4 giorni si solleva contro i soprusi dei tedeschi che sono già in ritirata verso il Nord. Gli Alleati giungono in città il primo ottobre
Inizia la costruzione della linea di difesa fortificata tedesca, chiamata Linea Gustav, nella parte più stretta dello stivale, dal Mar Tirreno al Mare Adriatico, tra Gaeta e Ortona. La maggior parte dei civili dei dintorni viene impiegata in lavori coatti per la sua costruzione
L’Italia viene spezzata in due: il centro nord in balia di una rinnovata alleanza italo-tedesca, dove viene applicata una spietata repressione contro chi si oppone alla nuova situazione; il centro-sud liberato dagli Alleati dove si sono rifugiati anche la corte reale e i principali generali e ministri
La parte nord orientale dell’Italia viene sottratta alla sovranità italiana e ridefinita come Zona di Operazione. La Venezia Tridentina diviene Zona di Operazione Prealpi, la Venezia Euganea superiore (rappresentata dal Friuli) e la Venezia Giulia divengono Zona di Operazione Litorale Adriatico, amministrate da due governatori austriaci
A Roma occupata, si svolge una terribile retata nazista di inermi cittadini ebrei, deportati, dopo due giorni, verso il campo di sterminio di Auschwitz
Il governo neofascista di Salò predispone un’ordinanza di arresto di tutti gli ebrei d’Italia e il loro concentramento in un apposito campo. È il preludio della deportazione indiscriminata verso Auschwitz che sarà organizzata dalle autorità tedesche
Gli Alleati dopo enormi sforzi, riescono a spezzare la linea fortificata Gustav, sfondata all’altezza di Ortona. Nel frattempo, si sono sviluppati gruppi di italiani, civili o ex militari, che, con poche armi raccolte in maniera fortunosa, realizzano azioni di guerriglia antitedesca. È iniziato il movimento di Resistenza
Nuovo sbarco alleato sulle spiagge di Anzio. La Resistenza in tutta l’Italia centro-settentrionale, sotto l’egida dei partiti politici clandestini riuniti in un Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) organizza guerriglia e attentati ai danni dell’esercito tedesco e della milizia fascista
Gli Alleati liberano Roma dai tedeschi che si ritirano sempre più a nord operando eccidi e rappresaglie sulla popolazione italiana considerata nemica e ribelle. Si susseguono retate di ebrei e loro deportazione verso il campo di sterminio di Auschwitz
Per fermare gli Alleati, i tedeschi iniziano la costruzione di un secondo vallo di difesa che dal versante Tirrenico, circa a Massa Carrara, fino al versante Adriatico, all’altezza circa di Pesaro, taglia l’Italia in due. La Linea Gotica si snoda trasversalmente per 300 chilometri
Inizia l’attacco alla Linea Gotica. L’assalto degli Alleati subisce una stasi negli otto mesi invernali. Il Generale Alexander emette un proclama in cui chiede anche agli uomini della Resistenza di sospendere momentaneamente la lotta
Riprende l’attacco in forze degli Alleati sul fronte della Romagna. La linea Gotica è sfondata. I partigiani sono invitati a riprendere la lotta
Gli Alleati liberano Bologna
Lo sfondamento della linea gotica anticipa di qualche giorno l’insurrezione generale, guidata dalla Resistenza, delle maggiori città del Nord e la liberazione finale da parte degli Alleati
Tutti i testi pubblicati su questo portale sono a cura di Liliana Picciotto
La regione fu teatro di resistenza in montagna, nelle grandi città e anche in pianura, dove abbondavano strade e ferrovie dirette al Nord che l’esercito tedesco tentava di tenere sgombre per la sua eventuale ritirata. Il CLN veneto fu costituito inizialmente a Padova per la presenza dell’Università e di antifascisti di grande calibro. Il territorio fu teatro di tensioni politiche tra le Brigate Garibaldi che si richiamavano al Partito Comunista Italiano e le Brigate Osoppo, pluripartitiche, ma in maggioranza democristiane.
Il movimento partigiano in Umbria durò in tutto dieci mesi. Anche l’Umbria come già le Marche, è una regione dove la Resistenza fu costituita da una serie di iniziative singole che dettero vita a un pulviscolo di piccole bande non coordinate tra loro. Non ci fu la possibilità che la resistenza crescesse e si organizzasse come nelle grandi regioni del Nord rimaste più a lungo sotto occupazione tedesca.
La regione è stata teatro di un fronte di grande importanza strategica perché attraversata dalla cosiddetta Linea Gotica costruita per fermare l’avanza degli eserciti alleati da sud verso nord. La linea attraversava colline, montagne, paesi e campagne senza soluzione di continuità, dal Mar Tirreno al Mare Adriatico.
Firenze fu liberata il 1 settembre 1944, dopo una lunga battaglia sostenuta dalle forze dall’esercito alleato sostenute dai partigiani scesi dalle colline, iniziata il 5 agosto precedente.
Partigiano combattente sulle montagne aretine sin dal settembre 1943, venne catturato e ucciso nella strage di San Polo del 14 luglio 1944, alla vigilia della liberazione di Arezzo
In fuga dalla Germania, rifiutato da Cuba, scappa dalla Francia all’Italia, dove rifugiatosi infine a Lucca verrà aiutato dalla Delasem e da don Arturo Paoli a nascondersi
Ancora adolescente portò in salvo la madre e i cinque fratelli più piccoli, conducendoli da Anversa, attraverso l’Europa occupata, fino a Roma
Negli anni ’20 l’ ideale sionista lo aveva condotto alla vita nel kibbutz in Palestina. La guerra e la tragedia degli ebrei d’Europa lo riportarono in Italia come volontario dell’esercito britannico
La Resistenza durò in Piemonte 20 mesi in un territorio ricco di monti e di valli, particolarmente adatto alla guerra partigiana. Questa raggiunse la sua piena maturità sia militare, sia politica, caratterizza anche da una forte connotazione ideologica delle diverse formazioni. Il movimento partigiano presentò variabili legate al territorio e alle singole numerosissime valli. Uno dei motivi unificanti fu l’obiettivo di tenere aperti i valichi con la Francia nella previsione di uno sbarco alleato in Provenza. La presenza di una fitta rete industriale con molte migliaia di operai dette un contributo fondamentale alla Resistenza con coraggiosi scioperi. Il numero di partigiani del Piemonte è il più alto d’Italia, così come il numero dei partigiani ebrei. Contò il tradizionale animo patriottico degli abitanti della regione, sentimento che coinvolse anche la compagine ebraica.
Nato a Leopoli, cresciuto tra il ghetto e la città, venne aiutato dai soldati italiani a fuggire in Italia, dove per la sua conoscenza delle lingue venne reclutato dall’OSS per collaborare con i partigiani
Nato a Torino, alla caduta di Mussolini si rifugiò con la famiglia in Val di Lanzo, dove si unì alla Resistenza. Combatté prima nelle valli Piemontesi per poi spostarsi in Valle d’Aosta dove comandò il 9° Battaglione
ll territorio marchigiano è in prevalenza collinare e montuoso, con valli poste a pettine lungo la dorsale appenninica, adatto per la guerriglia partigiana da una parte, inadatto ad azioni programmate e coordinate dall’altra parte per la scarsità di vie di comunicazione tra un luogo e un altro. Era esclusa, per ragioni di terreno non favorevole e scarsa sicurezza, l’ampia fascia costiera.
Da segnalare è uno dei pochi atti di liberazione di un campo di concentramento dove erano rinchiusi ebrei destinati ad essere avviati alla deportazione, avvenuto il 3 maggio 1944, relativo al campo di Servigliano Marche.
Nato a Francoforte, visse lì la Notte dei cristalli a Francoforte, da cui scappò verso la Croazia, fece parte dei ragazzi di Villa Emma a Nonantola, aiutati dalla Delasem, ed entrò nella V Brigata Garibaldi
Nella regione è presente una vasta pianura densamente abitata e attraversata da una fitta rete di comunicazione dove l’occultamento delle formazioni partigiane apparve difficoltoso. La Resistenza è, se confrontata ad altre regioni, ridotta di numero e concentrata nella Valtellina, porta per il Brennero essenziale per l’afflusso in entrata e in uscita di mezzi e uomini tedeschi e per la Val Chiavenna e la Valle Spluga ricche di impianti idroelettrici. In pianura il territorio a più alta intensità partigiana è l’Oltrepò Pavese, incrocio tra 5 regioni e importante direttrice di traffico della Pianura padana. A Milano fiorì una importante guerriglia GAP. Importante per la Resistenza fu la presenza di un tessuto industriale ricco di molte migliaia di operai che risposero all’occupazione tedesca con coraggiosi scioperi. La Lombardia fu la base principale per la fuga in Svizzera di migliaia di ebrei, diretti verso il Canton Ticino o il Canton dei Grigioni.
La Resistenza nella regione Liguria non si limitò alla stretta fascia costiera, ma si addentrò per parecchi chilometri verso l’Appennino inglobando territori più adatti alla lotta armata: colline e montagne.
La contiguità e l’intreccio con altre zone partigiane, pose, in Liguria, complessi problemi di coordinamento della lotta armata. Infatti, molti partigiani, pur residenti nell’alessandrino e nell’astigiano sono stati riconosciuti, nel dopoguerra, come facenti parte della resistenza ligure. Preoccupazioni principali degli occupanti tedeschi furono: il potenziamento delle difese costiere da un possibile sbarco alleato sulle coste liguri e il controllo totale delle vie di comunicazione con l’entroterra per poter garantire il libero transito di uomini e di mezzi dalla costa all’Appennino.
Aviatore provetto, ha guidato la Delasem di Genova in clandestinità, aiutando e sostenendo gli ebrei nascosti e fuggiti
Il Friuli-Venezia Giulia, all’epoca non ancora costituita in regione fu, assieme ad altri territori del Nord-Est, staccata amministrativamente dall’Italia e annessa, con decreto di Adolf Hitler del 10 settembre 1943, al cosiddetto Grande Reich tedesco. Fece parte della Zona di Operazione denominata Litorale Adriatico (Operazionszone Adriatische Küsterland). La sua popolazione subì da parte della polizia tedesca particolare politica repressiva e molti cittadini ebrei cercarono di lasciare la regione per rifugiarsi più a sud. Il territorio fu teatro di grandi tensioni politiche tra le Brigate Garibaldi che si richiamavano al Partito Comunista Italiano e le Brigate Osoppo, pluripartitiche, ma a maggioranza Democristiana.
La resistenza si sviluppò spontaneamente, con gruppi che si formavano e si scomponevano continuamente lungo la dorsale appenninica tosco-emiliana. Alla fine dell’inverno 1943, il quadro si ricompose e si ordinò secondo appartenenze partitiche delle bande, ottenendo così un salto di qualità. Nell’estate del 1944, l’Emilia vide la creazione di parecchie “Zone libere”, fu sviluppata la guerriglia anche in pianura e furono stabiliti rapporti con gli Alleati.
Il più giovane partigiano d’Italia, fuggi da casa per unirsi alla Resistenza, spiegando le motivazioni alla madre in una bellissima lettera. Rimase ucciso in un’imboscata tedesca
I resistenti individuati hanno partecipato alla sollevazione spontanea della popolazione napoletana contro l’occupante tedesco, durata dal 27 al 31 settembre 1943 che va sotto il nome di “4 giornate di Napoli”. Fu il preludio al ritiro tedesco verso il Nord e all’arrivo dell’esercito degli Alleati.
L’Abruzzo si trovò sul fronte di guerra per 9 mesi. La regione fu attraversata dalla cosiddetta Linea Gustav, prima linea di difesa tedesca costruita nella zona più stretta dello stivale tra Gaeta sul Mar Tirreno a Ortona sul Mare Adriatico, tagliando in due l’Italia.
La morfologia del terreno, accidentato, pieno di avvallamenti fluviali, catene montuose, torrenti, orridi e anfratti montagnosi, facilitò una linea di difesa quasi impenetrabile ai mezzi pesanti degli Alleati che stavano risalendo la Penisola. L’Abruzzo-Molise ospitava sul suo territorio numerosi campi per prigionieri di guerra e un reticolo di campi e luoghi di internamento per ebrei stranieri: sia gli uni sia gli altri dettero un contributo alle bande partigiane che si formarono in maniera spontanea in varie zone della regione.
Fratello e sorella, triestini di origine, entrambi giovani e promettenti. Legati negli ideali come nelle azioni, si schierarono a fianco degli Alleati per la Liberazione del paese
Giacomo Di Veroli, Michele Di Veroli, Marco Moscati, Italo Rietti
La Resistenza nel Lazio durò dall’8 settembre 1943 al 4 giugno 1944, data della liberazione di Roma da parte degli Alleati. Si svolse principalmente nel territorio a sud di Roma denominato Castelli Romani e nella città stessa ad opera dei GAP (Gruppi Armati Proletari). Numerosissimi furono anche uomini dell’esercito, disgregatisi a causa della mancanza di ordini superiori e ricostituitisi in bande armate sotto la guida dei loro ufficiali.
Cresciuta in un ambiente dal forte spirito democratico e antifascista, nel novembre 1943 fuggì da Ferrara verso Roma dove si unì alla Resistenza locale
Noto come “Moretto”, sfidò continuamente i suoi persecutori venendo alle mani con carcerieri e militi fascisti; evase più volte dalla prigionia
Entrato tredicenne a far parte del Fronte della Gioventù di Eugenio Curiel, trasportava per la Resistenza le armi da una parte all’altra della città